Verona. AL via il congresso mondiale delle famiglie. Gli organizzatori "Per le famiglie tradizionali". Domani contro manifestazione "Si ritorna al Medioevo". Amnesty International "Ostili ai diritti umani"

di redazione 29/03/2019 CULTURA E SOCIETÀ
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Si apre oggi il discusso Congresso Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Verona fino a domenica. Una tre giorni accompagnata da polemiche politiche e non solo.

Due fronti inconciliabili: da una parte l’ortodossia cattolica, i tradizionalisti, l’estrema destra e i difensori della famiglia indissolubilmente legata al modello «procreatore» uomo-donna. Dall’altra i sostenitori dei diritti civili, dall’aborto alle unioni omosessuali, il mondo Lgbt, sindacale e quello femminista, che calerà in massa a Verona per protestare contro una visione di società liquidata come "retrograda e medievale".

Le accuse di chi contro-manifesterà sabato parlano di evento medioevale, di una visione che tende a sminuire il ruolo della donna. I promotori, da parte loro, assicurano che si tratta di un Congresso in cui trionferà il modello della famiglia tradizionale, quella composta cioè da un uomo e una donna, tutto "in linea con i principi della Costituzione". Ma i Cinquestelle lavorano a una "risposta" che andrà in contemporanea con la kermesse veronese e riunirà a Roma, negli studi di Cinecittà, circa 600 giovani: sul palco, il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora; tema, i giovani e il futuro. 

Il Congresso di Verona, del resto, ha visto spaccarsi nettamente su due posizioni contrapposte le due anime del governo, il M5s, contrario e che sarà assente dai lavori, e la Lega che a Verona andrà in forze con ben tre ministri. Con una battaglia che è proseguita fino a qualche giorno fa e che ha visto alla fine la vittoria di chi ha preteso che venisse tolto il patrocinio di Palazzo Chigi, ovvero il M5s e il premier Giuseppe Conte. Il leader grillino Di Maio non ha mai nascosto la sua disapprovazione per il Congresso: "Per me la famiglia è sacra, ma lì si parla della donna come quella che se ne deve stare a casa a fare i servizi, della donna come essere inferiore all'uomo". Ma l'altro vicepremier Matteo Salvini che ha sempre tirato dritto ribadendo: "Io vado a Verona per difendere la famiglia composta da mamma e papà. Finché campo difendo il diritto del bambino ad avere una mamma e un papà e a essere adottato dove ci sono una mamma e un papà". Insieme a lui, tra i relatori, anche i ministri della Famiglia Lorenzo Fontana e della Scuola Marco Bussetti. 

Ad alimentare le polemiche anche la presenza all'evento di alcuni congressisti dai profili controversi, come Silvana De Mari, medico e scrittrice di libri fantasy condannata per diffamazione per aver "offeso in più occasioni l'onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale" e sostenitrice di una relazione tra omosessualità e satanismo. Ma anche Lucy Akello, la parlamentare ugandese accusata di essere contro gli omosessuali, o Dimitri Smirnov, esponente della Chiesa ortodossa russa "tenacemente" antiabortista, come si definisce lui stesso: "Aspettarsi un matrimonio prosperoso o qualche tipo di vita gioiosa dopo l'infanticidio è semplicemente ridicolo - ebbe a dire - Una persona non può trovare nessun tipo di felicità se è un assassino dei propri figli".

Ed è di ieri l'annuncio della partecipazione al Congresso e alla marcia di domenica a favore della famiglia di Forza Nuova. Intanto il presidente dell'Istat Giancarlo Blangiardo ha comunicato di aver rinunciato a partecipare ai lavori del Congresso, travolto dalle polemiche. Rinuncia così motivata: Evitare che una decisione del tutto personale possa essere interpretata come una decisione del presidente dell'Istat". 

Tra le curiosità, i colori della manifestazione saranno il rosa e il celeste. Solo musica classica per l'evento, con un coro che intonerà arie come La Traviata, la Carmen, La donna è mobile. Nel loggiato al primo piano ci saranno invece immagini di eroi della famiglia, come Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Omero, Aristotele, Tolkien. E la scritta: "L'eroe è chi accende la speranza nel mondo, e il mondo ha bisogno di eroi".

 

"Il congresso mondiale delle famiglie, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo, è un “evento ostile ai diritti umani”. La denuncia arrivata da Amnesty International Italia alla vigilia dell’inizio dell’evento che richiamerà nella città scaligera gruppi conservatori, antiabortisti, movimenti pro-life, antidivorzisti e attivisti anti lgbtiq da tutto il mondo.

“Programma, obiettivi e relatori coinvolti caratterizzano chiaramente l’incontro di Verona come un evento ostile ai diritti umani, in particolare ai diritti sessuali e riproduttivi e ai diritti delle persone Lgbti; un evento che non dovrebbe essere sostenuto da alcuna istituzione governativa, cui piuttosto spetta il dovere di garantire i diritti di tutte le persone”, si legge in una nota diffusa dall’organizzazione impegnata da anni nella difesa proprio dei diritti umani.

A preoccupare sono, in particolare “l’affermazione che la ‘famiglia naturale’ composta da un genitore uomo e da un genitore donna sia la ‘sola unità stabile e fondamentale della società’ e quindi il rifiuto del riconoscimento di diritti civili a configurazioni familiari al di fuori della coppia eterosessuale unita in matrimonio”, ma non solo: anche “l'equiparazione, da parte di alcuni partecipanti stranieri, dell’interruzione volontaria di gravidanza all’omicidio” e la “patologizzazione dell’omosessualità e della transessualità e di tutte le forme di orientamento sessuale e identità di genere non ascrivibili a maschio/femmina eterosessuale e il rifiuto del pieno riconoscimento dei diritti civili alle persone che manifestano.

 “Sui diritti non si torna indietro” e che “tutte le persone hanno il diritto di prendere decisioni sulla propria salute, sul proprio corpo, sulla propria sessualità e sulla propria vita riproduttiva senza paura, coercizione, violenza o discriminazione, nonché per ricordare una serie di questioni cruciali riguardanti i diritti umani in Italia”, che vanno da alcune parti del ddl Pillon “che rischiano di colpire le donne già in condizioni di particolare vulnerabilità” alla questione dei femminicidi, “anche a causa del non rispetto e della mancata previsione di misure di protezione in favore delle donne minacciate”, dalla “proliferazione e accettazione di comportamenti criminali, come il cyberbullismo e il revenge-porn” alla “inadeguatezza dell’attuale legislazione sullo stupro, che è obsoleta e non rispetta gli obblighi internazionali derivanti dalla Convenzione di Istanbul – che l’Italia ha sollecitamente ratificato – in quanto non è basata sull’espressione esplicita del consenso”. Rimangono poi aperte altre questioni, come la “misoginia, dilagante particolarmente sui social, attraverso insulti e offese di esponenti politici nei confronti di donne che rivendicano diritti o prendono la parola su questioni come l’immigrazione”, la “non applicazione, in intere zone del paese, della legislazione in materia d’interruzione di gravidanza per l’indisponibilità del personale sanitario preposto alla sua attuazione”, la “perdurante mancata estensione della cosiddetta “Legge Mancino” ai crimini di natura omofobica e transfobica”, la “mancata equiparazione sul piano legale delle coppie omosessuali a quelle eterosessuali”.


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